Come noto, con la sentenza depositata 17 ottobre, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha ritenuto, nella fattispecie sottoposta alla sua attenzione, non contraria alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (articolo 8) l’installazione da parte del datore di lavoro di telecamere nascoste al fine di individuare gli autori di numerosi furti avvenuti in azienda.
La vicenda riguardava alcuni dipendenti di un supermercato spagnolo licenziati dopo essere stati ripresi a rubare all’interno del luogo di lavoro.
In particolare, i giudici di Strasburgo hanno affermato che il datore di lavoro non ha violato la privacy e i diritti dei lavoratori in quanto l’installazione di telecamere nascoste, senza previo avviso ai dipendenti, era giustificata da fondati sospetti di illeciti e dalle perdite subite dall’azienda.
La sentenza in commento mette anche in evidenza che la video sorveglianza è durata solo 10 giorni, che le telecamere erano puntate su un punto specifico “nella zona aperta al pubblico” e che i filmati sono stati visionati solo da un ristretto numero di persone e utilizzati per uno scopo ben determinato.
A questo punto, è legittimo chiedersi se tale pronuncia potrà avere un impatto sulla normativa nazionale che disciplina il controllo a distanza dei lavoratori nei luoghi di lavoro.
In realtà, diversamente da quanto si potrebbe ritenere, non vi è alcuna rivoluzione in vista, considerato che in Italia tale materia è regolata dall’art. 4 dello Statuto dei lavoratori che stabilisce maggiori tutele per i lavoratori in tema di controllo a distanza nei luoghi di lavoro.
Pertanto, nonostante il principio espresso dalla sentenza CEDU, resta ferma nel nostro sistema normativo la disciplina che prevede espressamente che l’impiego di strumenti di controllo a distanza sia lecito per la tutela del patrimonio aziendale previo accordo sindacale e informativa ai lavoratori.
È da escludere quindi che tale sentenza possa legittimare da subito un uso incontrollato di telecamere nascoste nei luoghi di lavoro senza il rispetto delle regole poste dal sistema giuridico interno.
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